mercoledì 9 Ottobre 2024

Le Leggende di Andor

Michale Menzel: da disegnatore ad autore
Opera prima di Michael Menzel, conosciuto principalmente dall’universo ludico come illustratore (tra i titoli su cui ha lavorato spiccano: I Coloni di Catan, Havana, I Pilastri della Terra, per un elenco completo vedere il sito: Illustration Michale Menzel), “Le leggende di Andor” sposa alla perfezione alcune delle caratteristiche di un gestionale “tedesco” a delle dinamiche da fantasy game americano, creando un cooperativo decisamente innovativo.

Il gioco narra le avventure di un manipolo di eroi giunti nel regno di Andor, un reame minacciato da continue invasioni di orrende creature. I giocatori, interpretando gli eroi, dovranno portare a termine le leggende che ne narreranno le gesta per l’eternità, confrontandosi con 5 storie contenute nella scatola base. A rendere il tutto veramente interessante e particolare è la dinamica incrementale della difficoltà, delle regole e della profondità del gioco da una leggenda all’altra.
L’attesa della comunità ludica per questo titolo, che si sta rivelando un successo di vendite, è stata subito premiata da una distribuzione internazionale che ha pochi precedenti. Poco dopo la presentazione tedesca da parte della Kosmos il titolo è stato subito optato da numerosi dei principali distributori internazionali quali Fantasy Flight per il mondo anglosassone, Iello per i paesi francofoni e la nostra Giochi Uniti che da ottobre ha già commercializzato la versione interamente in Italiano.

  • Titolo: Le Leggende di Andor
  • Autore: Michael Menzel
  • Editore: Giochi Uniti
  • Genere: Cooperativo/Fantasy
  • Numero Giocatori: 2 – 4
  • Durata: 60-90 min.
  • Dipendenza dalla lingua: Elevata
  • Illustratori: Michael Menzel

Dalla ricchezza grafica alle bustine per conservare il tutto: una componentistica impeccabile
Aprire per la prima volta la scatola di “Le leggende di Andor” è veramente un piacere per gli occhi. Il gioco contiene un’innumerevole quantità di tasselli tutti splendidamente disegnati, la cura della grafica dimostra subito l’attenzione che solo un disegnatore poteva mettere nello sviluppare il proprio gioco. Dai tasselli delle creature e degli eroi, all’enorme mappa a due facce (da un lato il regno di Andor dall’altro una miniera da esplorare) fino al retro delle carte le immagini sono curate alla perfezione e coerenti nello stile.
La scatola contiene un centinaio di tasselli in cartoncino che rappresentano gli elementi del gioco: dagli equipaggiamenti che gli eroi potranno trovare nelle loro avventure agli eroi stessi, da montare sulle basette, così come i mostri, fino agli elementi dello scenario che andranno posizionati di volta in volta sulla mappa.
Le carte sono principalmente di due tipi: le carte leggenda, che rappresentano le 5 leggende che i giocatori dovranno affrontare, e vengono scoperte di volta in volta durante ogni partita per gestire l’evoluzione della storia e le carte evento, che gestiscono gli eventi casuali nel gioco.
La cosa che più mi ha stupito trovare all’interno della scatola è un’enorme quantità di bustine di plastica. Con una ventina di sacchettini richiudibili ed un elastico per le carte, tutto il contenuto del gioco si conserva alla perfezione senza alcun bisogno di comprare della componentistica aggiuntiva.
Una nota decisamente a se merita il manuale delle regole, praticamente inesistente. Prendendo in prestito la terminologia informatica potremmo definire “Le leggende di Andor” un gioco Plug & Play. Le regole sono affidate ad un depliant di 4 facciate che guida passo passo i giocatori al set-up del gioco ed a ruotare la carta della prima leggenda, portandoli subito all’interno del regno di Andor. Saranno poi le carte stesse a descrivere le regole incrementandole man mano che il gioco e la storia avanzano. Ovviamente, per semplificare il tutto, vi è anche un secondo depliant, sempre di 4 pagine che, oltre a contenere il dettaglio della componentistica, presenta un sunto delle principali meccaniche del gioco.
Ma non tutto è di cartone nella scatola, vi è infatti una ricca quantità di dadi a 6 facce colorati: un set per ogni personaggio, più i dadi rossi per le creature e quelli neri, per le creature più forti. Dei tasselli in legno ed una pedina in legno del “narratore” utilizzata per segnare l’avanzamento della storia.
A completare il tutto vi sono le schede in cartoncino dei 4 eroi. Il nano, il guerriero, l’arciere ed il mago hanno a disposizione ciascuno una scheda a doppia faccia (lato maschile e lato femminile) su cui segnalare le proprie caratteristiche spostando i tasselli di legno.

  

Gestionale, dadi, eroic-fantasy… come può tutto ciò mescolarsi insieme?
La commistione dei generi all’interno di “Le leggende di Andor” è sicuramente una caratteristica peculiare del gioco, nonché uno degli elementi più interessanti. Nelle esperienze di prova realizzate per scrivere questa recensione ci siamo subito trovati di fronte ad un regolamento semplice e che sembra “scorrere da se”.
Prima di ogni partita ciascun giocatore deve scegliere uno dei 4 eroi da interpretare nel gioco. Gli eroi sono caratterizzati da 3 elementi specifici: il livello di volontà, che ne determina l’energia vitale e quanti dadi potranno tirare in combattimento, la Forza, che indica il bonus da sommare al dado più alto lanciato durante gli scontri (questo determina il valore di attacco), ed un’abilità specifica, differente per ogni personaggio e che lo rende unico. Nel dettaglio gli eroi disponibili sono:

–         Il Nano: in combattimento lancia da 1 a 3 dadi (in base al livello di volontà); tramite la sua abilità speciale, acquista la forza ad una moneta d’oro in meno rispetto agli altri personaggi, ma solo all’entrata della miniera dei Nani (un luogo specifico della mappa).

–         L’arciere: può attaccare gli avversari ad una casella di distanza lanciando da 3 a 5 dadi (a seconda della volontà) ma si trova costretto a lanciare i dadi uno alla volta, scegliendo quando fermarsi e dovendo considerare valido solo l’ultimo risultato tirato.

–         Il guerriero: è in grado di recuperare più velocemente la volontà (guadagnando 5 punti volontà quando arriva nelle locazioni “pozzo”, contro i 3 guadagnati dagli altri eroi); può lanciare da 2 a 4 dadi in combattimento.

–         Il mago: lancia sempre e solo 1 dado durante gli scontri, ma come abilità speciale può decidere di capovolgerlo prendendo il risultato presente sull’altra faccia.

Dopo che tutti i giocatori hanno scelto il proprio eroe, l’inizio della prima leggenda prevede che si familiarizzi con l’aspetto gestionale del gioco, dando la possibilità di scoprire le locazioni particolare che la mappa offre.
All’inizio della partita tutti i giocatori posizionano uno dei propri tasselli di legno nella casella “Alba” del percorso del tempo disegnato sul tabellone, le pedine raffiguranti gli eroi nelle caselle del tabellone segnalate dalla leggenda che si sta realizzando ed il segnalino del narratore sulla lettera “A” del suo percorso, anche questo presente sul tabellone e che va dalla A alla N.
Ogni volta che il giocatore agisce sposta il proprio segnalino sul percorso del tempo di un ora per ciascuna casella del tabellone che attraversa o per ogni round di combattimento che affronta. Persino restare un turno fermi senza far niente fa perdere un’ora al giocatore prima di passare al personaggio successivo. La “giornata lavorativa” di ogni eroe è composta da 7 ore spendibili in azioni, più 3 ore di “straordinari” che comportano una spesa di 2 punti volontà ciascuna da parte del giocatore che vuole utilizzarle.
Ogni personaggio, dopo aver compiuto la propria azione, passa il turno al successivo finchè tutti non avranno completato le ore a disposizione comportando l’inizio di un nuovo giorno ed il ritorno di tutti i segnalini nella casella Alba.
La fase introduttiva della prima leggenda prevede che i giocatori familiarizzino con alcuni elementi dello scenario: scoprendo i tasselli nebbia (segnalini disposti sulla mappa che, una volta incontrati e rivelati da un eroe, determinano un effetto casuale segnato sotto di essi), tasselli pozzo, che permettono di recuperare punti volontà e le caselle del mercato, che consentono di comprare forza ed equipaggiamento al costo di 2 monete d’oro ciascuno. I personaggi dovranno visitare una serie di locazioni e tornare al castello nell’arco di una sola giornata (7 ore per eroe). Subito dopo comincerà la leggenda vera e propria con la rivelazione della prima Carta Leggenda.

Anche il combattimento, elemento casuale del gioco, è gestito con la massima semplicità. Solo i giocatori possono attaccare, per farlo lanciano il numero di dadi indicato dal proprio livello di volontà e sommano la propria forza al risultato più alto. Allo stesso modo le creature lanciano il numero di dadi indicato dalle proprie caratteristiche più la propria forza, la differenza tra i due risultati rappresenta il danno inflitto in punti volontà all’avversario. L’uccisione di una creatura comporta una ricompensa in punti volontà o oro per l’uccisore.

A scandire le tempistiche del gioco vi è la pedina del narratore: alla fine di ogni turno o ogni volta che una creatura viene uccisa, questa avanza verso la lettera N, portando avanti la storia e facendo scoprire nuove carte leggenda. Inoltre ogni alba determina la scoperta di una carta evento (e quindi un evento casuale sul gioco) ed il movimento delle creature che, avvicinandosi al castello, rischiano di portare gli eroi alla sconfitta. Questo determina una lotta contro il tempo con gli eroi che si trovano a chiudere la missione prima che il narratore arrivi alla N o il castello venga espugnato (invaso da un numero di creature variabile in base al numero di giocatori), il tutto limitando le uccisioni delle creature: ogni creatura uccisa fa avanzare il narratore di una casella.

Un gioco che si sviluppa da sé di partita in partita
Anche se nel descriverlo può sembrare complesso il gioco si snoda con la massima semplicità grazie ad una guida costante tramite l’avanzamento delle carte. Quando siamo arrivati a portare a termine le prime 3 leggende, scoprendo per intero le regole sopra descritte ed i vantaggi dell’equipaggiamento di base,  con nostro stupore, siamo arrivati ad utilizzare in tutto circa il 50% del materiale contenuto nella scatola. La natura incrementale porta infatti ad utilizzare sempre più materiale man mano che si procede con le proprie avventure. Molti tasselli inoltre (quali le gemme, le pergamene o le erbe medicinali) sono specifici e dedicati solo ad alcune delle leggende e, anche dopo le prime partite, rimangono ancora il dubbio e la curiosità di scoprire come funzionano creature come il drago, pedina più grande all’interno della scatola, o la mappa della miniera, altra faccia del tabellone. Non resta quindi altra soluzione dell’addentrarci sempre di più nel mondo di Andor attraverso le sue leggende per scoprirlo…

Nonostante la semplicità delle regole però il gioco non è assolutamente da sottovalutare, le missioni realizzate fino ad ora si sono rivelate una corsa contro il tempo mettendo in difficoltà anche giocatori di una certa esperienza. Ci siamo ritrovati infatti a dover realizzare più tentativi già dalla seconda leggenda prima di riuscire a portarla a termine. Questo costituisce sia un punto di forza del titolo, rendendo il cooperativo più avvincente, sia un punto di debolezza: rigiocare più volte la stessa leggenda rischia di renderlo ripetitivo. Non nascondo infatti la tentazione crescente all’interno del gruppo di passare alla storia successiva dopo l’ennesimo fallimento.

 Le leggende di Andor: quando il german game incontra l’ameritrash
Prima di esprimere il proprio parere su un gioco è sempre bene definire il proprio punto di vista, onde evitare fraintendimenti. Personalmente non sono un amante dei giochi gestionali, i così detti “german game”, verto più verso gli ameritrash, ricchi di dadi e miniature. “Le leggende di Andor” tuttavia mi ha decisamente convinto, riuscendo a pieno a unificare le caratteristiche dei due generi e legando gli aspetti gestionali (organizzazione delle ore in una corsa contro il tempo) a quelli più casuali tipici dei giochi anglosassoni (scontri a suon di dadi contro i mostri). Il tutto completato dalla ricchezza dei contenuti, sia in termini di qualità che quantità, e dall’innovatività delle regole che rendono questo primo titolo di Michale Menzel un “Must have” del 2012.

Ma non è tutto oro quello che luccica ed anche “Le leggende di Andor” ha i suoi difetti, a partire dal numero di leggende contenute nella scatola base (solo 5 missioni che sembrano decisamente poche) e l’assenza di miniature (come amante degli ameritrash non mi sarebbe dispiaciuto avere più plastica ed un po’ meno cartone, nonostante sia splendidamente disegnato).

Comunque, visto il successo ottenuto ad oggi, sono abbastanza sicuro che ci sarà tempo per compensare questi difetti con l’arrivo di nuove espansioni e leggende (Giochi Uniti ne mette già una a disposizione sul proprio sito) e magari un set di miniature per il gioco (non dimentichiamoci che i diritti USA sono della Fantasy Flight, maestra in entrambi gli elementi!).

Pro:
– Regolamento semplice ed innovativa
– Gioco “Plug & Play”
– Ottima componentistica

Contro:
– Solo 5 leggende disponibili nella scatola base
– L’assenza del manuale, nelle prime partite, può creare un po’ di disorientamento sulle regole

Note:
Di seguito qualche link utile per scoprire di più sul gioco:
–         la guida rapida alle regole in italiano
–         Liberazione della Miniera: Una nuova leggenda edita da Giochi Uniti

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