mercoledì 13 Novembre 2024

Xi’An: l’Esercito di Terracotta

Un fortuito ritrovamento degli anni settanta da parte di un contadino cinese, ha portato alla luce uno dei reperti più affascinanti della storia orientale, ovvero l'esercito di terracotta ritrovato nella cittadina di Xi'An e appartenente al mausoleo del primo imperatore Qin vissuto nel terzo secolo a.C.
La scoperta, eccezionale per molti aspetti, ha attirato su di sé moltissime attenzioni, tanto che è attualmente inserita tra i Patrimoni dell'umanità UNESCO.
Il fascino dell'esercito di terracotta ha stregato e strega tuttora moltissime persone e uno di questi è Francesco Testini che, in tandem con Marco Legato realizza Xi'An: l'Esercito di Terracotta (di seguito semplicemente Xi'An), un titolo edito da Pendragon Game Studio, in cui oliate meccaniche gestionali fanno buona compagnia a un colpo d'occhio non indifferente. Dopo averlo provato in anteprima, è giunto il momento di parlarvene in maniera più organica in questa recensione. Ma seguitemi nella lettura per saperne di più.

  • Xi'An: l'Esercito di Terracotta
  • Autori: Marco Legato e Francesco Testini
  • Editore: Pendragon Game Studio
  • Genere: gestione carte, posizionamento, maggioranze
  • Numero Giocatori: 2-4
  • Durata: 60 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: nessuna(gioco completamente in italiano)
  • Illustratori: Davide Corsi

Davanti a voi si schiera l'esercito al servizio di Qin Shi Huang (Materiali e confezione)

Xi'An è contenuto in una scatola quadrata di discreta fattura, ornata da un tanto appariscente quanto gradevole alla vista titolo, sovrapposto a una sterminata distesa di soldati di terracotta: un'immagine che, come vedremo, cattura assai bene il leit motiv del gioco.
Aprendo il coperchio troviamo il manuale che, oltre a essere chiaro da leggere, risulta decisamente interessante perché ricco di curiosità e cenni storici riguardo il sito archeologico.
Sotto di esso si trova il tabellone, contenuto nelle dimensioni e perfettamente funzionale, sollevato il quale troviamo un unico alloggiamento per il resto dei componenti di gioco, ricavato tramite cartoncino piegato. All'interno di questo vano ci sono innanzitutto 36 guerrieri di terracotta (6 per i quattro colori dei giocatori e 12 neutrali in tonalità argilla), 96 carte lavoratore (24 per giocatore), 24 carte equipaggiamento (divise in sei tipologie, tre per materiale, bronzo o legno) e 6 plance "formazione dell'esercito" di cartoncino leggero illustrate fronte retro. Per quanto riguarda invece il cartone pressato troviamo 25 monete (di valore 1 e 3), 24 piccoli segnalini pigmento (6 per colore giallo, rosso, verde e blu), 12 gettoni richiesta dell'imperatore numerati, 8 gettoni firma (2 per giocatore), 28 tessere mausoleo e 4 tessere edificio. Per concludere, in legno, troviamo 8 segnalini giocatore e altrettante pedine capomastro (entrambe divise in due per giocatore), un primo ministro e 30 mini blocchi di argilla.
Insomma, materiali in grande quantità adagiati però in maniera un po' troppo sacrificata e che, una volta scartati, vi richiederanno certamente di sfruttare le aree al di sotto dello spazio formato con il cartone. Anche la qualità dei componenti è tutto sommato di buon livello: le statuine sono molto belle a vedersi (anche se non comparabili a vere e proprie miniature scolpite) e altrettanto solide al tatto, e offrono un gradevolissimo colpo d'occhio man mano che vengono schierate in partita; peccato il tasso di difettosità (soprattutto braccia mancanti) che si riscontra su di esse sia un pelo eccessivo (niente che comunque Pendragon non riesca a risolvere con il suo ottimo servizio clienti). Il resto dei materiali, specie carte e materiali in cartone, sono ben illustrati e resistenti, tuttavia alcuni – argilla e pigmenti – li ho trovati eccessivamente miniaturizzati. Tutto il resto è chiaro a leggersi e svolge egregiamente la sua funzione.

  

L'esercito è composto da oltre ottomila guerrieri, cento cavalli e diciotto carri (Descrizione del gioco)

Per una descrizione dettagliata delle meccaniche di gioco, vi rimando all'anteprima; qui per semplicità mi limiterò a delineare i principali tratti caratteristici della partita.
In Xi'An, da 2 a 4 giocatori saranno altrettanti delegati dell'imperatore i quali, con l'aiuto di una squadra di aiutanti e artigiani, avranno il compito di realizzare le statue dell'esercito assecondando il volere del sovrano.
Il tabellone raffigura il mausoleo, sia nella sua parte interna – la zona ipogeo dove le statue troveranno alloggio – sia in quella a esterna che ospita le tessere mausoleo, gli edifici da sfruttare per le azioni e gli equipaggiamenti disponibili all'acquisto.
I giocatori agiscono tramite la pesca di quattro carte lavoratore dal loro mazzo personale che dovranno dividere in due coppie, ciascuna da usare in uno dei due round che costituiscono il singolo turno. Di ogni paio di carte, una è usata per il valore di iniziativa indicato – si esegue la propria azione in ordine decrescente – e l'altra generalmente per ottenere risorse (monete, argilla o pigmenti). Fanno eccezione gli aiutanti che, se sfruttati per il potere, offrono invece bonus permanenti in partita e punti prestigio in misura inversamente proporzionale al turno in cui li si cala.
Sempre in ordine di iniziativa, ma dopo aver guadagnato le risorse, si può piazzare il proprio capomastro in uno dei quattro edifici per svolgerne la relativa azione a scelta tra modellare una statua, dipingere un guerriero, forgiare un equipaggiamento  e avanzare il proprio supervisore.

  

Modellare una statua vuol dire pagarne il costo in argilla – variabile a seconda della zona ipogea prescelta – e piazzare una statuina marrone sulla casella di gradimento, ciascuna delle quali frutta punti prestigio ed eventuali altri bonus in monete o pigmenti. Per pitturare le sculture, invece, al costo dei pigmenti indicati dai gettoni richiesta dell'imperatore, si sostituirà una statua "grezza" con una del proprio colore, ottenendo tanti punti prestigio quante ve ne siano dello stesso colore, attigue a quella appena posta in riga e colonna. E' anche possibile, quando si scolpisce un guerriero, piazzare un dei propri gettoni firma sotto di esso, inibendo agli avversari la possibilità di dipingerla.
Forgiare un equipaggiamento permette poi di acquistare una delle carte disponibili al prezzo in monete indicato su di esse, mentre avanzare il supervisore permette di far compiere un passo al relativo segnalino sul suo tracciato e di ottenere una tessera mausoleo. Queste, garantiscono generalmente un bonus "one shot" uguale per tutti da usare quando si vuole, con l'eccezione di quella corrispondente all'ultimo passo, che può essere scelta tra le quattro disponibili e propone modi aggiuntivi di guadagnare punti prestigio a fine partita.
C'è da dire però che la scelta dell'azione sugli edifici non è completamente libera: questi infatti sono divisi in due coppie, ciascuna delle quali ha una capienza massima di capomastri (che dipende dal numero di giocatori al tavolo) e oltretutto, chi pone il proprio segnalino su una tessera già occupata dovrà pagare monete ai proprietari dei capomastri già presenti. Fortunatamente, il primo giocatore che piazza la propria pedina dove è presente il primo ministro guadagna una moneta e un punto prestigio.
Alla fine di due round di azioni, termina anche il corrispondente turno, il che porta i giocatori a pescare una nuova mano di quattro carte, a ritirare i propri capomastri, a ristabilire la disponibilità di carte equipaggiamento e a scartare il gettone richiesta dell'imperatore dal valore più basso, sostituendolo con un altro pescato dalla pila delle rimanenze (modificando di fatto i "costi" per dipingere le statue).
Alla fine del sesto turno (e quindi del dodicesimo round) la partita volge alla conclusione e chi avrà totalizzato il maggior quantitativo di punti prestigio sarà dichiarato vincitore. Il calcolo è svolto aggiungendo ai punti totalizzati durante la partita, quelli derivanti dalle tessere mausoleo non usate, dai bonus della tessera mausoleo finale e dagli equipaggiamenti: ciascuna carta infatti frutta punti prestigio al proprietario se associata a una statua del proprio colore in una determinata zona di costruzione, e inoltre altri punti prestigio se appartenente a set di altri equipaggiamenti dello stesso materiale.

  

Si ipotizza che artisti greci possano aver collaborato a realizzare le sculture (Esperienza di gioco)

Ci sono due aspetti che principalmente sorprendono in Xi'An: il primo è l'insospettabile rapidità con la quale si riesce a spiegarlo a chi non lo ha mai giocato; il secondo è l'eccellente lavoro di ottimizzazione che traspare nel furbo uso dei materiali i quali, non solo risultano piacevolissimi all'occhio, ma vengono anche ottimamente sfruttati come strumento per tener traccia dell'avanzamento della sfida e del cambio delle condizioni di partenza tra un turno e l'altro. La risultante è un piccolo "gioiello", un meccanismo dove, alla stregua di un pregevole orologio meccanico, ogni piccolo ingranaggio ha il suo posto e concorre all'inappuntabile funzionamento del tutto.
Come detto, nonostante la "densità" del regolamento non sia propriamente quella di un gateway, occorre ben poco per iniziare tutti alla prima partita. Altrettanto presto però ci si accorge che servirà una buona dose di esperienza per poter avere una soddisfacente percezione del ventaglio di opzioni a disposizione.  Apparentemente la meccanica legata alla pesca delle carte farebbe pensare a un titolo fortemente tattico, tuttavia queste possono essere usate in molteplici modi, per cui non è impossibile farsi qualche progetto a medio termine, specie visto l'elevato grado di interrelazione tra le azioni possibili che, tra scolpire, dipingere e mettersi un bonus del supervisore in saccoccia, difficilmente lascia a "bocca asciutta" di scelte attraenti. Per contro, il grado di interazione diretta e indiretta è molto alto, azzarderei quasi punitivo, quindi non pensiate di essere di fronte a un titolo "buono". Tutt'altro! Più volte nelle partite giocate mi è capitato di dare e ricevere grattacapi notevoli da questo aspetto e anzi, annovererei anche il mettersi i bastoni tra le ruote tra gli aspetti cardine del gioco. Per fortuna esiste comunque l'opzione della forgiatura dell'equipaggiamento che offre la proverbiale boccata d'aria in situazioni in cui si stia soccombendo alle sgomitate. Ecco, questa è l'azione che ho trovato meno integrata nella "big picture" delle meccaniche del gioco, però capisco che probabilmente è un modo per cercare di alleviare i momenti di maggiore frustrazione durante lo svolgimento della partita.
In tutto questo, una partita difficilmente oltrepassa di molto i sessanta minuti, ma risulta comunque soddisfacente, egregiamente ambientata, tirata e pregna di scelte pesanti, con un costante retrogusto da "coltello tra i denti" che quasi spiazza – ovviamente in senso positivo – viste la tipologia e le tematiche del gioco. Come prima accennato, è un peccato che su alcuni componenti le scelte realizzative siano quantomeno opinabili, tuttavia – e non mi stancherò mai di dirlo – è comunque un piacere assistere all'esercito di terracotta che si erge davanti agli occhi turno dopo turno.

  

L'intera collezione è attualmente nell'elenco dei patrimoni dell'umanità UNESCO (Considerazioni finali)

Insomma, Xi'An è un titolo che ha dalla sua un'ottima eleganza delle meccaniche, un eccellente uso dei materiali e una curva d'apprendimento sorprendentemente dolce, e che offre partite dense, altamente interattive (senza eccedere nella frustrazione) e ricche di soddisfazione. Per la tipologia di gioco, ho riscontrato inoltre un'eccellente livello di ambientazione, oltre che un colpo d'occhio notevole man mano che lo schieramento dell'esercito assume la sua conformazione in mappa.
La relativa brevità della singola sfida, oltre che la pronunciata variabilità di setup e svolgimento tra una partita e l'altra, lo rendono sicuramente un titolo abbastanza longevo e che non avrà difficoltà a essere intavolato in più occasioni. Alcune scelte sui materiali e sul packaging fanno storcere un pochino il naso, ma nulla che non si riesca a dimenticare dopo la soddisfazione di aver vinto una partita.

  

Pro

– Curva di apprendimento molto dolce
– Partite brevi ma dense e soddisfacenti
– Eccellente uso dei materiali "In game"
– Ottima ambientazione per la tipologia di gioco

Contro

– Packaging migliorabile
– Alcuni componenti sono veramente troppo miniaturizzati
– La forgiatura degli equipaggiamenti sembra un po' ai margini dell'insieme delle meccaniche
– Difettosità delle statuine un po' troppo frequente almeno nella prima tiratura

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