giovedì 10 Ottobre 2024

The Oracle of Delphi, la mitologia “dadosa” secondo Feld

Zeus è di buon umore e ha deciso di dare una festa sull’Olimpo, invitando un mortale alla corte divina. Ovviamente il party olimpico è solo per gente tosta, per cui consegnerà il biglietto di ingresso unicamente all’eroe che riuscirà per primo a completare 12 imprese, come quel mattacchione di Eracle che oggi fa parte della schiatta dei semidei. Gli aspiranti invitati hanno risposto all’appello del Padre degli Dei e si sono radunati nel luogo convenuto con la propria nave e i rispettivi equipaggi, pronti a portare a compimento nel più breve tempo possibile le missioni affidate loro. Pronti? Via!

The Oracle of Delphi, in uscita per la prossima Spiel di Essen, è l’ultima fatica del prolifico Stephan Feld, la cui Musa ispiratrice deve essere sotto gli effetti di un potente stimolante, almeno a giudicare dal ritmo con il quale fa uscire nuovi titoli sul mercato. Avendo già ampiamente dimostrato la capacità di tirare fuori dal cilindro dei veri e propri gioiellini, i fan dell’autore tedesco sono già in fremente attesa. Ralph Bruhn  della Hall Games, che produrrà il gioco distribuito dalla Pegasus Spiele, ha reso pubblico il regolamento che abbiamo potuto leggere per offrirvi questa anteprima: andrete anche voi a fare parte della già nutrita schiera di coloro che non vedono l’ora di interrogare l’Oracolo di Delfi?

In The Oracle of Delphi da 2 a 4 giocatori competono per staccare l’ambito biglietto di invito alla festa di Zeus in un gioco che unisce strategia a lungo termine e un pizzico di tatticismo per cogliere le opportunità che si palesano durante la partita, che ha una durata media dichiarata di 60-100 minuti.

Come è lecito attendersi da Feld, in particolare dalle sue produzioni più recenti, anche in The Oracle of Delphi troveremo una ricca dotazione di componenti, illustrati da Dennis Lohausen già suo partner in Aquasphere. La mappa di gioco è modulare e rappresenta un Mare Egeo fantastico, puntellato di isole misteriose abitate da mostri mitologici, città e infide secche. Ogni giocatore avrà a disposizione la propria plancia personale, ormai un must in molti giochi, dove terremo traccia delle missioni da completare, delle caratteristiche del nostro vascello e dei consigli dell’Oracolo di Delfi che da il nome al gioco, senza dimenticare una zona speciale dove collocheremo gli dei olimpici, che potranno darci una mano nella nostra impresa. Parlando dell’autore di Bruges e Bora Bora, potevano mancare i dadi? Certo che no! In The Oracle of Delphi ne troviamo ben 12 a sei facce customizzati e suddivisi in set da tre per ogni giocatore, più un classico d6 e un dado a 10 facce per risolvere i combattimenti con i mostri. Nel profluvio di materiali ci sono anche le statue, i santuari e i templi tutti in legno sagomato e in vari colori, i dischetti, sempre in legno, per indicare divinità e mostri (nella confezione sono inclusi gli stickers con le immagini di questi personaggi) e i cubetti dei sacrifici. E poi tessere (missione e favore degli dei) e carte suddivise in carte “compagno”, “ferita” ed “equipaggiamento”. Insomma: tanta roba che richiede un certo tempo per essere apparecchiata sul tavolo, anche qui nel solco della più pura tradizione feldiana… e chi ha giocato a Bora Bora sa perfettamente di cosa stiamo parlando!

Una volta composta la mappa, tutti i giocatori iniziano da una delle secche al centro del tabellone, insieme con il modellino tridimensionale di Zeus. Lo scopo del gioco sarà quello di completare le 12 missioni affidate dal Padre degli Dei (oppure solo 8 per partite più veloci) per poi tornare al punto di partenza e ricevere l’agognato invito. Ma in cosa consistono le imprese? Si tratta di quattro obiettivi diversi da replicare tre volte: edificare tre santuari di uno specifico colore, effettuare tre sacrifici in tre templi, uccidere tre mostri e innalzare tre statue celebrative. Anche se il tipo di missioni è uguale per tutti, quello che cambia sono i colori. Per intenderci: a un giocatore potrebbe essere richiesto di recuperare dalle isole i cubetti nero, giallo e verde per portarli in offerta nei templi dei rispettivi colori posizionati nelle città; mentre a un altro concorrente potrà essere richiesto di uccidere determinati mostri. A un aspirante eroe  potrebbe venir comandato di trasportare una statua di un certo colore nell’isola corrispondente (inizialmente coperte e da scoprire durante il gioco), ecc.

Interessante il sistema di attivazione delle azioni che è regolato dal lancio degli speciali dadi. Ogni faccia è caratterizzata da un colore e da un simbolo diverso che replicano quelli attorno alla zona dell’Oracolo di Delfi sulla plancia personale di ogni giocatore. Al proprio turno, ognuno “interroga la Pizia” (“Pizia è il nome con cui era conosciuta la sacerdotessa di Apollo nel santuario di Delfi), tirando i tre dadi a disposizione e posizionandoli sui simboli corrispondenti  alla faccia uscita dal dado della propria plancetta, per chiudere poi con l’esecuzione delle tre azioni.

Ogni dado consente di effettuare un’azione “generica” oppure una specifica dipendente dall’accoppiata colore e simbolo. Una volta per turno, inoltre, è possibile giocare una Carta Oracolo che, di fatto, raffigurando le facce del dado, rappresenta un tiro aggiuntivo.

Brevemente, le azioni “non dipendenti dal colore e simbolo”, ossia quelle che possono essere effettuate con qualsiasi tipo di risultato dei dadi sono: pescare una Carta Oracolo, collezionare nella propria riserva due Tessere Favore Divino, guardare segretamente il colore delle isole coperte per cercare di scoprire in quale si possa trovare il colore corrispondente all’obiettivo posseduto

Le Tessere Favore,  nello specifico, rappresentano una sorta di jolly e hanno numerosi altri scopi: possono essere utilizzate infatti anche per migliorare il movimento della propria nave e per proseguire un combattimento con un mostro, nel caso in cui il primo scontro sia sfavorevole al giocatore (normalmente, infatti, chi non riesce a sconfiggere una creatura termina la sua azione).

Le azioni “dipendenti dal colore e simbolo” possono essere effettuate solo se si spende il dado che riporta esattamente l’accoppiata indicata. Si può muovere il proprio vascello, combattere un mostro specifico, rivelare un’isola nascosta ricevendo una specifica ricompensa in Favore Divino, Carte Oracolo, ecc., costruire un santuario o bruciare un cubo offerta dentro un tempio dello stesso colore, scartare le Carte Ferita eventualmente ricevute durante uno scontro con un mostro o modificare l’ordine degli dei sulla propria plancia. Quest’ultimo è un tracciato lungo il quale gli dei vengono mossi verso l’alto: come vedremo in seguito, un giocatore può chiedere l’aiuto della divinità che si trova più in su sul suo personale indicatore.

Il sistema di scelta è reso ancora più flessibile dalla possibilità di “ri-colorare” un dado, ossia di spostare in senso orario un dado lanciato di tanti spazi quante sono le Tessere Favore Divino che si spendono. In questo modo è possibile “scegliere” un’azione diversa rispetto a quella ricevuta in sorte con il tiro di dado, purché si abbiano a disposizione sufficienti tessere. Per chiarezza, gli spazi dado sulla plancia sono collocati attorno alla figura della Pizia, per cui il movimento dei dadi da ri-colorare segue quello del quadrante di un orologio.

Anche gli dei possono correre in aiuto dei giocatori. Ogni volta infatti che si tirano i propri dadi Oracolo, tutti i giocatori, tranne quello attivo, possono fare avanzare verso l’alto di un tracciato personale gli dei che abbiamo accennato sopra. Una volta a turno, i giocatori possono chiedere l’aiuto di uno degli dei che si trova più vicino alla cima del proprio indicatore: Poseidone consente di muovere a piacimento la propria nave, Afrodite di scartare le proprie Carte Ferita e così via. A tutto questo si aggiunge il fatto che i vascelli di ogni giocatore possono essere equipaggiati in maniera diversa (per consentire di trasportare più statue e offerte (la scelta del tipo di vascello si effettua all’inizio della partita in maniera casuale o tramite un meccanismo di draft delle migliorie disponibili), oppure essere più resistenti ai danni o, ancora, navigare più velocemente) e quando si uccide un mostro si riceve un artefatto di ricompensa che modifica alcuni aspetti del gioco.

Durante la partita, in particolare in caso di un combattimento sfortunato, potrebbe essere richiesto al giocatore di pescare delle Carte Ferita. All’inizio di ogni turno, si verifica se si possiedono tre carte del medesimo colore o sei di qualsiasi colore: in tal caso ci si deve “riposare”, scartando tutte le proprie Carte Ferita e saltando il turno. Se, invece, non si possiedono Carte Ferita, si riceve come ricompensa una Tessera Favore Divino.

La partita termina quando un giocatore ha completato tutte le missioni che gli sono state assegnate da Zeus e torna con la sua nave al punto di partenza sulla mappa, segnalato dal figurino in cartone tridimensionale del barbuto boss dell’Olimpo.

Da questa veloce anteprima si può comprendere che The Oracle of Delphi metta sul fuoco tanta ciccia: pick and delivery, collezione oggetti, esplorazione. C’è spazio anche per i combattimenti che avvengono quando si affrontano i mostri e anche a fine di ogni turno, quando si tira il dado nero a rappresentare il Titano che distribuisce democraticamente mazzate a tutta la compagnia. Dalle immagini già disponibili su BGG salta subito all’occhio la gradevolezza del gioco apparecchiato e la ricchezza della componentistica di gusto squisitamente Euro.

È certamente prematuro anticipare delle impressioni basate solo sulla lettura del regolamento, che comunque appare chiaro e ben strutturato. L’unica perplessità che ci sentiamo di fare presente è forse l’eccesso di cose da fare, ognuna delle quali attiva un effetto principale e altri accessori, che potrebbe generare un po’ di confusione. Va detto che per il target di giocatori per cui questo titolo sembra pensato – specie se già avvezzi allo stile del designer teutonico – questo probabilmente non sarà un grosso problema ma, in tale ottica, sarà comunque interessante capire il peso risultante di tutti gli aspetti messi in gioco. Tuttavia, ripetiamo, si tratta di un’impressione che potremo confermare o smentire solo dopo avere provato il gioco e avere chiesto l’aiuto dell’Oracolo di Delfi, magari per sapere se qualche casa editrice nostrana deciderà di localizzare il titolo. Ci vediamo al party  di Zeus sull’Olimpo: siate puntuali e stay Gioconomicon.

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