giovedì 3 Ottobre 2024

Intervista a Richard Breese (Lucca – 2005)

G: Nel mese di giugno Tom Vasel ha rilasciato un’intervista che ci ha permesso di scoprire molte cose su di te e sulla tua attività di game designer, per cui cercheremo di non riproporti domande simili. Detto questo, parliamo di Reef Encounter: viene pubblicato da What’s Your Game? e Z-Man. Possiamo sapere come è nato questo accordo? a quanto ci pare di capire non sei tu che vai a cercare gli editori poichè per te sono sufficienti le edizioni limitate della R&D.
R: Si, per me questo è un hobby: mi piace comprare giochi, mi piace giocare, e mi piace creare e pubblicare giochi. Ne produco solo un piccolo numero perchè realizzare più pezzi avrebbe per me un costo eccessivo, mentre in questo modo è un hobby che si ripaga da solo. Dopo Essen mi ha contattato What’s Your Game? dicendo che voleva pubblicare il gioco in quantità maggiore dell’edizione limitata. Poi mi ha contattato anche la Z-Man, e io gli ho detto che forse potevano accordarsi con What’s Your Game? per produrre insieme il gioco. Dopo due settimane mi hanno chiamato per confermarmi l’accordo.



G: Ti aspettavi la proposta di ripubblicazione di Reef Encounter da una casa editrice italiana?
R: No, devo dire di no, in passato ho venduto solo per corrispondenza i miei giochi, non sono mai stati distribuiti attraverso i negozi. Anche in Inghilterra e in Germania di solito dopo le fiere mi venivano fatti vari ordini per posta, ma non c’era una vera e propria distribuzione.
G: Quanto di tuo c’è in questa nuova edizione del gioco?
R: L’edizione What’s Your Game? è identica alla R&D, ma c’era l’idea di produrre un’espansione per il prossimo Essen, ed è stata anche accennata alla fine delle regole della seconda edizione. Quel che mi ha sorpreso è che in questa edizione sono emersi degli aspetti non previsti, e quindi da questo punto di vista dovrò rivedere l’espansione, cambiandola rispetto a come era stata annunciata.
G: Vorremmo da te, che ti occupavi personalmente della grafica dei tuoi giochi, addirittura differenziando ogni singolo pezzo, un’opinione sulla nuova veste grafica.
R: Mi piace la nuova grafica. Molte cose sono riprese dalla versione originale, altre dovevano essere cambiate per forza: nella versione originale non potevo permettermi di realizzare materiale di quel livello, mentre nella nuova edizione, essendo un prodotto professionale, tutto è stato ridimensionato verso l’alto.
G: Passiamo a domande su di te: a tutt’oggi continui ad essere un autore di giochi part-time? Sei ancora convinto che sia meglio svolgere questa attività come hobby e non come professione principale?
R: Sarebbe bello passare più tempo a creare nuovi giochi da tavolo, ma ho moglie e tre figli, a fine mese devo pagare l’affitto, e fare giochi non mi ripaga come essere direttore finanziario per un gruppo internazionale di gestione delle proprietà. Un giorno sarebbe bello passare più tempo sui giochi, anche se mia moglie mi ha spiegato che abbiamo un tenore di vita troppo alto per vivere di quelli.
G: Sappiamo che un altro tuo titolo è in arrivo (speriamo) per il 2006. Puoi darci qualche informazione su che genere di gioco ci aspetta? E se per caso è riconducibile ad altri tuoi titoli precedenti?
R: Sarà un gioco più piccolo del solito. Il gioco parla di volpi che devono dare la caccia a galline, papere e altri volatili. Le meccaniche di gioco sono semplici, ciò che è difficile è prendere il pennuto giusto e assicurarsi che non venga mangiato prima da qualcun’altro. Di solito autoproduco i miei giochi, ma se le cose vanno bene questo potrebbe essere il secondo gioco pubblicato ufficialmente.
G: Pochi giochi ma tutti famosi! E’ mai capitato che un’editore ti chiedesse di produrre un gioco in esclusiva?
R: Credo che le società non abbiano bisogno di un game designer specifico: ce ne sono tanti bravi, e tanti bei giochi. Una società non deve cercare uno specifico game designer per avere un gioco creato su richiesta, visto che può chiedere semplicemente ai suoi game designer interni.
G: Cosa pensi che renda i tuoi titoli cosi tanto apprezzati dagli hard core gamers?
R: Nei miei giochi cerco sempre di introdurre molta interattività fra i giocatori, e di far si che sia sempre chiaro ciò che sta succedendo. Poi c’è il fatto che io stesso provo e riprovo i giochi che creo, e alla fine produco solo i giochi a cui mi piace giocare, così evidentemente anche ad altre persone piace giocarli.
G: Quali sono i giochi che apprezzi di più al momento?
R: Mi piacciono molti giochi. Quando ne esce uno nuovo mi piace provarlo per sperimentare un nuovo sistema di gioco, e di conseguenza anche i miei gusti cambiano. Penso che puoi dire che un gioco ti piace veramente quanto continui a giocarlo anche dopo che ne sono usciti altri, per tante e tante volte. I giochi fatti da altri che mi piacciono di più sono GOA, St. Petersburg, Luigi Quattordicesimo. Questi li considero veramente molto belli, ma lo dico perchè credo di averli giocati molto più di persone che alle volte sono interessate all’etichetta sulla confezione piuttosto che al gioco all’interno.
G: Il miglior titolo che hai provato ad Essen?
R: Ad Essen i giochi erano ancora in stato embrionale, e quindi non è facile commentarli. Però da Essen ad oggi ho provato Cailus, che mi è piaciuto molto, e Big Manitou.
G: Eri gia stato in Italia? come ti sei trovato qui da noi?
R: Sono stato in Italia un pò di volte prima d’ora, anni fa. Sono stato qui per lavoro, una volta per controllare degli abbonamenti e un’altra per dei siti di costruzione di uffici, e poi una volta in vacanza con un mio amico che vuole passare un giorno in ogni posto del mondo.
A Lucca mi sono trovato molto bene e spero di tornarci presto.
G: Grazie mille per la tua disponibilità, prima di lasciarci hai qualcosa da dire ai giocatori italiani?
R: L’opportunità di Lucca Games mi ha fatto scoprire che ci sono tanti buoni giocatori in Italia, e spero di avere presto la possibilità di condividere ancora con loro queste esperienze. 


 

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