giovedì 14 Novembre 2024

Tappeto rosso per le nomination del Gioco dell’Anno 2016

Così come a Venezia fervono i preparativi per la prossima premiazione del festival del cinema, anche nel mondo ludico tutto è pronto – o quasi – per stendere il proverbiale tappeto rosso e per onorare degnamente le celebrità del nostro hobby preferito. Siamo infatti giunti all’ultima fase di selezione verso il traguardo del premio ludico nazionale per eccellenza, ovvero all’annuncio dei 5 finalisti che si contenderanno il premio di Gioco dell’Anno 2016.

Dopo un incessante lavoro di test su tutti i titoli partecipanti, i giurati sono dunque arrivati alla lista dei giochi più meritevoli. I parametri discriminanti sono – o dovrebbero essere – abbastanza noti (per una descrizione completa comunque vi rimandiamo all’articolo che presentava una delle precedenti edizioni), tuttavia giova ricordare che il principio fondamentale sul quale si basa la nomina del vincitore è la sua capacità di essere un prodotto editoriale in grado di fungere da punto d’ingresso all’attività ludica per tutte le potenziali nuove leve.
Andiamo dunque a conoscere – in ordine alfabetico – i titoli finalisti di quest’anno.

7 Wonders: Duel (Autori: Antoine Bauza, Bruno Cathala; Editore: Asterion Asmodee)
La fama del suo predecessore è importante, ma questa versione per due persone del noto titolo di civilizzazione ha decisamente conquistato i cuori di una grande quantità di giocatori. Duel è riuscito nell’arduo compito di replicare le stesse sensazioni del suo papà senza perdere nulla in qualità, ma anzi, secondo alcuni guadagnandone in opportunità strategiche, rapidità e scorrevolezza della partita. Non proprio una passeggiata di salute (a livello di regolamento) per chi è alle primissime armi, ma decisamente un’opera egregia di scomposizione e ricomposizione a cui raramente capita di assistere.

Celestia (Autore: Aaron Weissblum; Editore: Ghenos Games)
Alla ricerca di tesori su una nave volante! A un tema cosi affascinante si affianca una dotazione di materiali di tutto rispetto e delle ottime intuizioni a livello di meccaniche, tra l’altro semplici e rapidissime da apprendere, che rendono l’esperienza di gioco divertente e sempre coinvolgente anche per giocatori alle prime armi. In Celestia, da 3 a 6 partecipanti sono a turno il capitano della nave. Nei suoi panni  devono rischiare il giusto per tentare di ottenere i migliori tesori ed essere sufficientemente convincenti per non farsi abbandonare dagli altri e condividere così i rischi della traversata, oppure – perché no – per scoraggiarli e accaparrarsi il bottino per intero.

New York 1901 (Autore: Chénier La Salle; Editore: Oliphante)
La nascita del più famoso skyline del mondo viene presentata in quest’opera da 2 a 4 giocatori di piazzamento tessere giunto velocemente alle luci della ribalta in tutto il mondo. Le meccaniche di gioco – eleganti e ben strutturate – permettono al titolo di essere appreso rapidamente dai neofiti, pur rimanendo perfettamente godibile anche per giocatori più esperti. I materiali inoltre risultano funzionali e piacevoli e, grazie alle illustrazioni fortemente caratterizzanti dell’epoca in cui è ambientato il gioco, fanno una bella figura una volta apparecchiati sul tavolo.

Nome in Codice (Autore: Vlaada Chvatil; Editore: Cranio Creations)
Da quando è uscito ci ha messo pochissimo per guadagnarsi (e meritatamente) il posto che gli spetta nel gotha dei party game, accaparrandosi tra l’altro lo scettro di migliore allo scorso Spiel des Jahres . Ennesima prova – se mai ve ne fosse stato bisogno – dell’estrema bravura del game designer ceco, Nome in Codice colpisce non tanto per i materiali, a dir poco minimali, quanto per la semplicità dell’idea di gioco di base (pensiero laterale e associazione e di idee) che si spiega a tutti in un attimo e dona al titolo longevità e rigiocabilità pressoché infinite. Decisamente un mattatore per le serate in cui si è tanti (il gioco supporta da 4 a 8 giocatori), anche quando sono presenti dei neofiti assoluti del mondo ludico.

Pozioni Esplosive (Autore: Lorenzo Silva, Andrea Crespi e Stefano Castelli; Editore: Horrible Games, Ghenos Games)
Da quando è uscito Pozioni Esplosive, mescere misteriosi intrugli non fa più paura. Anzi, è diventata un’attività in cui tutti vogliono cimentarsi almeno una volta. La geniale idea dell’uso delle biglie colorate, rende questo titolo una vera calamita per ogni tipo di giocatore, sia per l’indiscutibile appeal che hanno le vivaci sfere di vetro, sia per la frenetica “reazione a catena” generata dalle meccaniche di gioco. Il regolamento è facilmente assimilabile e, di concerto con una una dotazione di materiali di prim’ordine, rende quest’opera appetibile proprio a tutti e, anche grazie a partite che scorrono via rapidissime (da 2 a 4 si chiudono tutte entro 45’), lasciano sempre una smodata voglia di rigiocare ancora (e ancora, e ancora….).

Al netto dei meritevolissimi finalisti, notiamo che l’elenco di quest’anno dei titoli presentati contava addirittura 33 giochi provenienti da ben 17 case editrice differenti. Confrontando queste informazioni con il dato dell’anno scorso (29 opere da 12 editori) appare evidente come il “blasone” del Gioco dell’Anno  si stia guadagnando sempre di più un posto di rispetto nel mercato ludico nostrano. Il premio, acclarato sinonimo ormai di prodotto editoriale ludico di qualità, comincia veramente a essere percepito da tutti gli attori coinvolti (autori ed editori in primis) come un’ottima opportunità di promozione ed espansione del brand.
Tornando a scorrere la lista dei finalisti, occorre dare merito a Ghenos che piazza ben due titoli in lizza per il premio. Plauso anche per Asterion, sempre presente con almeno un titolo in tutte le edizioni sin qui disputate.
Dal punto di vista degli autori, sono addirittura 5 gli esordienti del premio a cui si affiancano le vecchie conoscenze Antoine Bauza, Bruno Cathala e Lorenzo Silva. Grazie infine alla presenza di Aaron Weissblum e Vlaada Chvatil, il Gioco dell’Anno rompe ancora un altro po’ i confini geografici autoriali, che finora lo vedevano principalmente collocato tra Italia, Germania e Francia (anche se per la verità, con la presenza di Ryan Laukat nel 2014, una sortita negli states già era avvenuta).
Da segnalare, infine, che per la prima volta si classifica tra i finalisti un gioco esclusivamente per 2 giocatori, 7 Wonders Duel, che si distingue anche per un sistema di regole di un certo “peso”, un filo al di sopra degli standard a cui siamo abituati in questa circostanza.

Chi sarà quindi il vincitore del Gioco dell’Anno 2016? Non resta che aspettare la fine del mese per scoprirlo!

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