lunedì 29 Aprile 2024

Uncharted Board Game: Nathan Drake dallo schermo alle carte

Era il 2006 quando, in piena “console war”, la Sony e la Microsoft si sfidavano a suon di titoli per conquistare clienti. Da un lato Microsoft conquistò per la propria X-Box 360 capolavori come Gears Of War ed Halo 3, dall’altro Sony con Playstation 3 riuscì ad accaparrarsi titoli inediti ed esclusivi quali Resistance ed Uncharted.

Col passare degli anni questi titoli crebbero costantemente, facendo appassionare il pubblico ai loro mondi e, come il marketing della brand extension c’insegna, a creare interessanti opportunità di spin-off a cura di specialisti dei vari settori. Anche il mondo del tradizionale gioco da tavolo non poteva ovviamente rimanere impassibile di fronte a tutto ciò. In questi anni infatti dalla Fantasy Flight Games, con il suo cooperative di Gears of War, alla Wizkids con Haloclix o persino al gigante Hasbro con Halo Wars, le major ludiche si sono contese le trasposizioni di questi videogiochi.

Ad accaparrarsi i diritti di Uncharted, dopo 3 versioni videoludiche (4 se consideriamo quella per PSP) e una probabile versione cinematografica in arrivo, è stata invece la Bandai, con il suo appena pubblicato Uncharted – board game (disponibile attualmente solo in lingua inglese).

Portare un videogioco sui tavoli non è mai un’impresa semplice, anzi, è un percorso fatto di scelte e compromessi in cui gli autori devono cercare di trasportare le atmosfere dello schermo in una serata tra amici intorno a un tavolo. Ma vediamo nel dettaglio la strada intrapresa dalla Bandai per la trasposizione delle avventure di Nathan Drake e dei personaggi legati alla saga. 

Nella sua versione in scatola, l’”Indiana Jones” targato Playstation si è trasformato in un gioco in cui da 2 a 4 giocatori vestiranno i panni di un gruppo di cercatori di tesori in competizione/collaborazione tra loro. Uncharted – board game è fondamentalmente un card game con tabellone, in cui ogni cercatore è rappresentato da una carta che ne illustra i punti vita e le abilità specifiche.
Le altre carte che compongono il gioco sono le Carte Azione, che rappresentano le azioni, le armi e gli oggetti a disposizione dei giocatori durante la partita; e le Carte Avventura, che permetteranno agli avventurieri di conquistare gli agognati punti vittoria. Queste ultime si dividono in due gruppi: tesori, che vengono recuperati quando un giocatore riesce a piazzare il numero di segnalini ricerca necessari sulla carta, e nemici, che possono essere sopraffatti in combattimento.
A loro volta, per rappresentare i diversi livelli delle carte e la crescente difficoltà nel gioco, le Carte Azione e Avventura si dividono in tre gruppi: Base, Normali e Speciali.

All’inizio del gioco ogni giocatore, dopo aver scelto il proprio personaggio, riceverà un set di azioni base, che costituiranno la sua dotazione standard e 3 azioni normali, che gli permetteranno di iniziare a destreggiarsi nelle avventure più difficili. Le restanti azioni normali e quelle speciali andranno separate negli appositi spazi del tabellone.
Le carte avventura base invece andranno scoperte sul tabellone e rappresenteranno le imprese iniziali in cui i cacciatori di tesori potranno avventurarsi. Quelle normali andranno poste coperte sopra il mazzo delle avventure speciali. Ogni volta che un giocatore completa un’avventura scoperta sul tabellone questa viene subito sostituita con una proveniente dal mazzo avventure.
In questo modo le imprese diventeranno sempre più difficili e remunerative con l’avanzare della partita.

Per rendere al meglio le meccaniche del gioco non c’è metodo migliore che vedere nel dettaglio lo svolgimento di un turno. Ogni turno infatti comprende 3 fasi:

  1. Fase di recupero, in cui vengono riattivate tutte le carte usate precedentemente
  2. Fase di azione, che costituisce il momento principale del turno e in cui ciascun giocatore al proprio round potrà eseguire due delle seguenti azioni:

    • Usare una carta azione già in gioco di fronte a sé.
    • Giocare una carta azione (per farlo bisogna scartare dalla propria mano un numero di carte uguale al costo di quella che si vuole mettere in gioco).
    • Scartare una carta azione dalla propria mano per compiere un’azione speciale (le azioni speciali sono di 3 tipi e variano in base al colore della carta scartata).
    • Attaccare un nemico sul tabellone.
    • Passare, e cioè decretare la fine delle proprie azioni per questa fase, pescare una carta azione e piazzare un segnalino ricerca su un tesoro.

    Questa fase continua, da un giocatore all’altro, finché tutti hanno passato.

  3. Fase Danni: in cui viene sommato il valore di attacco di tutte le carte nemico in gioco e inflitto come danno a ciascun giocatore (con una riduzione di 1 punto danno per ogni carta azione ancora attiva davanti al giocatore).

È proprio la meccanica della Fase Danni a rendere questo gioco un “competitivo imperfetto”, portando i giocatori a collaborare nella sconfitta dei nemici per non esserne sopraffatti.

Ma non dimentichiamoci che per vincere bisogna guadagnare punti vittoria, vediamo quindi come questi possono essere acquisiti:

– Tutte le volte che, durante la seconda fase, un giocatore riesce a sconfiggere un nemico, prende i punti vittoria della carta sconfitta e guadagna una carta azione speciale.
– Per conquistare le carte tesoro invece i giocatori dovranno porre sui tesori disponibili un numero di segnalini ricerca uguale o superiore a quanto richiesto dalla carta stessa. Per farlo potranno utilizzare, nella seconda fase del turno, le carte azione specifiche. A rendere la ricerca più competitiva vi è la regola che l’acquisizione del tesoro sarà del giocatore che vi avrà posto sopra più segnalini del proprio colore.

Una partita può terminare in tre modi differenti:

  • quando uno dei mazzi di carte azione o avventura termina, in questo caso il giocatore con più punti vittoria vince,
  • quando rimane un solo giocatore, che naturalmente è il vincitore,
  • o quando tutti i giocatori vengono eliminati, senza che nessuno vinca la partita.

Ovviamente essendo un gioco proveniente dall’universo videoludico non potevano mancare le varianti Deathmatch e Survivor, già inserite come opzionali nel regolamento base: nella prima i giocatori potranno combattere tra di loro, non ci saranno quindi carte nemico, ma sarà una ricerca di tesori al massacro; nella seconda invece i giocatori si troveranno a cooperare sotto assedio di orde su orde di nemici.

Uncharted riprende per molti versi i canoni delle principali pubblicazioni della Bandai (già editrice dei Deck Building di Resident Evil e Star Trek), restando fedele, nonostante il nome “board game”, allo stile Card Game. Introduce comunque in questo titolo alcune meccaniche interessanti, mettendo i giocatori in condizione di competere nella ricerca di punti vittoria ma collaborare per evitare i danni dei nemici comuni. Inoltre, la scelta di impostare il tutto interamente sulle carte, lo rende facilmente espandibile, in vista della continua espansione videoludica del mondo di Uncharted.
Ma questo sistema di gioco riuscirà effettivamente a ricreare quantomeno l’atmosfera avventurosa che respiriamo nel videogame? Ai giocatori che se lo stanno accaparrando in questi giorni la sentenza. Un’edizione italiana attualmente non è prevista, ma anche dalle nostre parti potrebbe contare su un discreto numero di “potenziali” acquirenti, estimatori del brand.

Per approfondire ulteriormente questo titolo potete dare un’occhiata al regolamento o al video ufficiale di presentazione.

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