martedì 12 Novembre 2024

Munchkin Dungeon – Come Munchkin ma più cattivo!

La maggior parte dei giocatori, siano essi eurogamer o amanti degli american, avranno almeno una volta nella loro vita ludica esperito una partita a Munchkin – in una delle sue innumerevoli incarnazioni. Ebbene, la Cool Mini or Not ha deciso di introdurre una terza dimensione al divertente e irriverente gioco di carte inventato da Steve Jackson: le miniature!

Ecco su Kickstarter Munchkin Dungeon: un boardgame per 2-4 giocatori a firma congiunta Andrea Chiarvesio ed Eric M. Lang, che aggiunge qualche particolare (e molta componentistica) al famosissimo e tanto amato/odiato Munchkin. Ma andiamo con ordine.

Lo scopo di Munchkin Dungeon è lo stesso di praticamente tutti i suoi predecessori: entrare in un dungeon, uccidere mostri, arraffare tesori…e pugnalare alle spalle i propri colleghi per emergere come il più ricco e famoso esploratore della partita. Vediamo dunque come i due designer della CMoN hanno interpretato lo spirito del munchkin che è in noi (e non negatelo… è in tutti noi!).

I componenti di Munchkin Dungeon sono tutti illustrati nello stile ormai iconico di John Kovalic (con la collaborazione di Giovanna Guimarães), e quindi anche le numerose miniature altro non sono che la ricostruzione tridimensionale degli altrettanto iconici abitanti del mondo di Munchkin. Volevate un Drago di Plutonio in miniatura? Che ne dite del temibile Naso Fluttuante? Anche i personaggi sono rappresentati da dettagliate sculture – il sogno di molti amanti dello stile di Kovalic, insomma. Il tabellone, che illustra il dedalo in cui scenderemo, e le relative carte rientrano nello stile scanzonato del titolo originale, e d’altronde quasi tutte le illustrazioni sono in effetti riprese dal Munchkin che tutti conosciamo. In più ci sono dei dadi personalizzati a sei facce che serviranno a gestire i combattimenti nel sotterraneo.

La preparazione di una partita non richiede grandi sforzi (e il manuale ce lo ricorda, essendo anch’esso scritto in tono canzonatorio e pieno delle tipiche battute di Munchkin): si apre il tabellone e lo si popola, piazzandovi le carte delle stanze e le miniature dei mostri pescati tra tutti quelli disponibili. Ogni giocatore riceve poi una scheda del proprio personaggio con la relativa miniatura. Ciascuno di questi ha abilità differenti che cambiano man mano che si sale di livello, e naturalmente la sfida del gioco sta nell’utilizzare al meglio queste capacità per saccheggiare il dungeon e uscire avendo più Fama degli altri, condizione necessaria per vincere e canzonare gli avversari. Al proprio turno si sceglie una stanza da esplorare, se ne affronta l’eventuale mostro presente e si collezionano monete e in alcuni casi oggetti (oltre alla necessaria Fama); se la stanza è vuota, si può decidere di spingersi più in profondità e visitarne un’altra, e così via. Attenzione, però: scoprire mostri ed esplorare stanze genera punti Minaccia, che gli altri giocatori potranno, anzi, dovranno usare contro di noi, aggiungendo altri mostri o bonus ai perigli già visibili sulla mappa. Il combattimento viene effettuato tirando i dadi speciali, in quantità definita dalle proprie abilità e da eventuali oggetti equipaggiati; si confrontano poi i propri risultati con quelli dei nemici, e si infliggono i danni. Un mostro che ne subisca in quantità pari o superiore ai suoi punti ferita è sconfitto, mentre un eroe che incappi in un simile destino è parimenti battuto e dovrà, al prossimo turno, ripartire dall’ingresso del dungeon, avendo cura di prelevare un punto Vergogna, che annulla uno dei suoi duramente guadagnati punti Fama. Si continua così, finché non si verifica una di due condizioni: o un giocatore raggiunge o supera i 20 punti Fama, o il Boss del dungeon non viene sconfitto per la terza volta. Verificatosi uno di questi eventi, come dicevamo, chi ha più punti Fama una volta fatte le debite addizioni e sottrazioni, vince.

Le regole di Munchkin Dungeon lasciano apparire un gioco che non vuole essere un “munchkin con le miniature”, ma qualcosa di diverso che però comunque catturi le sensazioni e lo spirito satirico e leggero del gioco di carte. Parte del divertimento, ci hanno assicurato i due autori, dovrebbe derivare dall’interazione delle varie carte del gioco: mostri, oggetti ed eventi, esattamente come accadeva in Munchkin, in modo che non ci si limiti a “ridere una sola volta”. Questo aspetto, però, fa sì che un’accurata valutazione del gioco non possa esser fatta se non dopo un’intensa serie di prove su strada, e quindi dovremo attendere la data prevista della consegna del KS, febbraio 2020, per poter dare un nostro parere completo. Nel frattempo ci godiamo il design delle miniature, e prepariamo nuovi, infami trucchi da giocare alle spalle dei nostri compagni d'avventura.

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